domenica 14 agosto 2016

Annunciamo la parola di Dio



Annunciare significa portare una notizia e Nostro Signore Gesù comandò: «Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato…» (Mc.16,15-18).
Ricevere l’annuncio di Cristo morto e risorto e rifiutare di credervi, oppure fare compromessi, oppure sminuire, oppure edulcorare l’oggetto dell’annuncio  è un peccato che commette colui che rinuncia a credervi e colui che ha accondisceso ad un dialogo che stravolge il cuore dell’annuncio.
La Parola di Dio deve essere annunciata nella Sua interezza e con fermezza senza fare sconti su alcuni  punti della Sacra Scrittura. La Parola è infallibile  perché proviene da Dio e non può essere soggetta alle libere interpretazioni. Nostro Signore dice: “avete inteso che fu detto, ma io vi dico che…”(Mt.5, 21-22).
La Parola di Dio non si discute, si accetta.
Nel non aver accettato la Verità e nell’aver fatto compromessi con la modernità  sta il vero problema della crisi esistenziale dell’uomo di oggi. 
Gesù all’inizio della sua predicazione comanda e obbliga: «Convertitevi e credete al Vangelo…» (Mt.4,17),e a chi chiedeva spiegazioni  o faceva obiezioni Gesù diceva:” volete forse andarvene anche voi?” (Gv.6,67).
Gesù ammaestrava  il popolo, insegnava loro, ma non discuteva e non dialogava, parlava  con autorità, dicendo  che quella che annunciava era la Verità.
E’ ovvio che Gesù ci viene incontro  nella  storia personale di ognuno di noi, “ci prende” come siamo – peccatori – ma per trasformarci, per guarirci; la sua intenzione non è quella di lasciarci come siamo e dialogare all’infinito perché alla fine l’uomo  resti com’è. A chi accetta l’annuncio  Gesù lo trasforma, lo libera,  lo illumina, lo solleva.
Non è senza conseguenze dolorose per l’uomo  non ubbidire alle leggi di Dio. E’ Dio che ha stabilito ciò che è bene e ciò che è male e l’uomo deve solo ubbidire al suo Creatore che lo ama e lo vuole felice. 
La felicità per l’uomo si realizza solo nell’ amorosa sequela di Dio. 
Il  “secondo me”, molto di moda oggi,  è  disobbedienza a Dio. Per risollevarci dalla caduta Gesù  non ha esitato a dare la Sua Vita per noi, per dare soddisfazione alla Giustizia di Dio. Dio è Misericordia e  Giustizia, e chi non vuole passare dalla Misericordia di Dio - non accettando l’annuncio di Gesù - dovrà passare dalla Giustizia divina. La morte in Croce di Gesù la esigeva la Giustizia divina: qualcuno doveva pagare. Ecco perché  Gesù ha pagato per i nostri peccati.
 La libertà dell’uomo è limitata e sottomessa a ciò che Dio ha stabilito che sia bene e ciò che Dio ha stabilito  che sia male .
Il “secondo me”  è una ennesima caduta dell’uomo che continua ad essere tentato. La Rivelazione è immutabile. 
L’albero della conoscenza del bene e del male simboleggia il  limite invalicabile  che l’uomo, in quanto creatura, deve  riconoscere e rispettare. L’uomo dipende dal Creatore ed è sottomesso  alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l’uso della libertà che Dio gli ha donato.
L’uomo abusando della propria libertà ha disobbedito al comandamento di Dio. La Sacra Scrittura mostra le conseguenze drammatiche  della  prima disobbedienza dell’uomo a Dio, a seguito della quale  l’armonia della creazione fu spezzata, così pure mostra le conseguenze drammatiche delle ripetute disobbedienze del popolo d’Israele e la drammatica necessità della Passione di Cristo perché Dio non abbandona l’uomo. Egli lo cerca , lo invita, lo corregge, lo ammaestra, lo illumina e “se”  l’uomo gli corrisponde, Egli lo abbraccia con l’eterno Suo Amore.
Il dramma sempre possibile della perdizione eterna, eternamente lontano dall’Amore, sta tutto in quel “se”. 
La Parola di Dio non si può cambiare, ne modernizzare : Gesù disse:” In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto”(Mt. 5,18). 
(Galati 1, 1-18) 1 Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, 2 e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. 3 Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, 4 che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, 5 al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
6 Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. 7 In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.8 Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo;12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. “
Tutti i maldestri   e malevoli  tentativi di modificare la Parola di Dio  non sono mai riusciti nel corso dei millenni.
Papa Benedetto XVI : «… sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali, nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura, nel Credo e nella fede della Chiesa Universale. Dove non esiste né l’unanimità della Chiesa universale né una chiara testimonianza delle fonti, là non è possibile una decisione impegnante e vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni indispensabili e si dovrebbe perciò sollevare il problema circa la sua legittimità».